Le storie che curano. Il potere dei libri e la biblioterapia.

Cos’è che spinge a trascorrere il proprio tempo leggendo delle storie inventate? E’ intrattenimento oppure fuga dallo stress quotidiano? Avrà dei benefici?

La biblioterapia è l’arte di aiutare le persone ad affrontare le difficoltà in cui si trovano attraverso quel processo di interazione dinamica tra la personalità di chi legge e la storia narrata nel libro.

A differenza dei film, le cui immagini scorrono veloci e sono già sature di ogni dettaglio, i libri ingaggiano maggiormente l’immaginazione e consentono uno spazio di pensiero e integrazione personale.

Ciò che viene più comunemente utilizzato è il romanzo, proprio per la possibilità che ci sia una comunanza di esperienze tra chi legge e i personaggi della storia.

Il testo si pone come mediatore e catalizzatore del cambiamento poichè può innescare un’apertura verso ricordi appartenenti al passato, e una disponibilità a riflettere su un tema sensibile che viene riconosciuto in un personaggio o nella trama del libro, poichè

“Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso” – L. C.

L’abitudine di prescrivere libri ai propri pazienti, da parte dei terapeuti, è ormai consolidata da oltre un secolo.

L’ausilio delle storie nell’intervento terapeutico ha a che fare infatti con il potere della metafora che esse aiutano a costruire.

Il libro, attraverso la storia che narra, può essere d’aiuto in particolare nei processi di:

  • Problem solving, poichè permette di apprendere nuovi modi di fronteggiare una difficoltà, o ispirarsi a letture alternative delle situazioni.
  • Aumento della consapevolezza di sè e delle proprie emozioni attraverso esperienze vicarie evitando l’esposizione al pericolo percepito dell’esperienza diretta e permettendo l’apertura di temi personali senza la resistenza che può comportare l’auto rivelazione esplicita.
  • Sviluppo dell’empatia, attraverso l’esplorazione che nel testo si opera di emozioni, motivazioni e bisogni di altri personaggi, aiuta a sviluppare la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, ma anche quella di percepire con maggiore chiarezza i propri.

All’interno di un percorso psicologico, il libro può essere quindi ciò che facilita il contatto con i propri temi emotivi e al tempo stesso ciò che ispira la risoluzione delle difficoltà, attraverso il dialogo con il terapeuta che aiuta la persona a riappropriarsi e collocare bisogni, emozioni e paure, e a far emergere le risorse che non ci si permetteva di riconoscersi.

  • Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso. (Marcel Proust)

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