E’ UN PARTNER PERFETTO…MA NON SO SE LO AMO.

“Ho sempre avuto partner inaffidabili, che mi hanno fatto soffrire, ora per la prima volta ho una relazione con una persona fedele, fidata e innamorata, ma non so se la amo..”

Quando uno dei due ha un passato di relazioni distruttive e dolorose è piuttosto comune l’idea che quando sembra andare finalmente tutto bene ci sia qualcosa che non va, poichè non si provano le forti emozioni cui si era abituati, ma bisogna fare attenzione e non trarre conclusioni affrettate circa la qualità dei propri sentimenti.

Le relazioni di coppia travagliate e burrascose, con partner inaffidabili o maltrattanti fanno sentire come se si vivesse costantemente sulle montagne russe.

L’eccitamento, la sfida, il nodo allo stomaco vengono invece a mancare quando si incontra un partner diverso, ma questi fattori venivano considerati inconsapevolmente come parte costitutiva del proprio amore e quando non presenti si teme che manchi qualcosa nella relazione attuale: mancano lo struggimento, l’attesa, la sofferenza e il timore dell’abbandono.Queste persone non sono abituate ad avere ciò che desiderano in una relazione, vivendo costantemente nel timore dell’abbandono ma sanno bene cosa si prova a non averlo, e a darsi follemente da fare per cercare di ottenerlo e non avere quello che si desidera è eccitante e stimolante.

Questa modalità relazionale ha a che fare con la dipendenza affettiva1

Ma l’amore non è ossessione….

Quando nella relazione di coppia ci si sente per la prima volta “al sicuro”, si smette di essere ossessionati, come lo si era in passato, dal pensiero della propria relazione, ma c’è il rischio di scambiare la tranquillità e la mancanza di adrenalina per carenza di amore da parte propria.

Per molte persone stare insieme a qualcuno non equivale ad essere se stessi, poichè per qualche ragione si pensa che ciò non basti, per cui le proprie energie vengono utilizzate nel tentativo di cambiare un partner incapace di amarle, in un partner innamorato.

Finchè si è impegnati in questa “lotta” ci si difende in qualche modo dal rischio di avere a che fare con la vera intimità, cioè con il lasciarsi conoscere in un senso più profondo. Si è come sospesi tra due forze: la solitudine, che spinge a cercare una relazione, e la paura che induce a scegliere persone tali per cui la relazione non potrà mai arrivare davvero all’intimità, poichè l’incertezza e il bisogno di controllo reciproco non lasciavano spazio alla conoscenza autentica dell’altro, nonostante ci si sentisse immersi a capofitto nella relazione

Quando si sperimenta costantemente una dinamica inseguimento- fuga si diventa capaci di giocare entrambi i ruoli e può verificarsi che in presenza di un partner per la prima volta affidabile (che diventa inseguitore) si faccia la funzione di fuga, in modo che il distacco emotivo resti costante. Dietro questo movimento, c’è il bisogno profondo di evitare di fare i conti con l’intimità e le relative paure che a questa sono connesse.

Questa difficoltà può essere superata comunicando di volta in volta tutte le proprie emozioni al proprio partner senza timore di essere giudicati, ma soprattutto senza giudicarsi in prima persona, per poter costruire a poco a poco le condizioni per abbandonarsi all’altro. Lasciarsi amare è molto più difficile, poichè presuppone amore verso sè stessi e la conseguente idea di meritare l’amore di un altro.

Solo quando l’autoaccettazione e l’amore di sè cominciano a svilupparsi e consolidarsi, si è pronti a voler consapevolmente essere solo sè stessi senza cercare di essere compiacenti, nè impegnarsi per conquistare l’approvazione e l’amore dell’altro.

Non è la paura della sofferenza che trattiene dal cambiamento in questa direzione, perchè queste persone ne hanno già sopportata a livelli altissimi, piuttosto è il timore dell’ignoto, di abbandonare ciò che si è sempre pensato e sentito in favore di un cambiamento sconosciuto.

“Non esiste amore in grado di riempire il vuoto di una persona che non ama se stessa”.

W. Riso

1 Si può definire in estrema sintesi la dipendenza affettiva come una ricerca ossessiva dell’amore, in relazioni in cui i partner sono legati in maniera eccessiva da due fattori: il sentire di star rinunciando ad una parte di sè e l’iper coinvolgimento; ne risulta uno stato di malessere relazionale da cui, tuttavia, la persona non riesce a liberarsi.

Bibliografia: “Donne che amano troppo” (1985) Robin Norwood; Feltrinelli.

Immagine tratta dal sito doreenvirtue.it/

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