In psicologia la resilienza è definita come la capacità delle persone di riuscire ad affrontare gli eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. Il termine resilienza richiama la matrice latina del termine (“resilire”, da “re-salire”, saltare indietro, rimbalzare), per esprimere la capacità dell’individuo di far fronte ad una situazione stressante, acuta o cronica e di ripristinare l’equilibrio psico-fisico precedente (talvolta migliorandolo).
FATTORI DI RISCHIO E PROTETTIVI
Si definiscono fattori protettivi quegli elementi di forza per far fronte alla difficoltà, che si contrappongono ai fattori di rischio, i quali riducono la tollerabilità del dolore e la capacità di superare eventi stressanti e/o traumatici.
Werner e Smith (1982) hanno individuato i seguenti fattori di rischio:
- I fattori emozionali (abuso, bassa autostima, scarso controllo emozionale), interpersonali (rifiuto dei pari, isolamento, chiusura);
- I fattori familiari (bassa classe sociale, conflitti, scarsa qualità relazionale con i genitori, difficoltà di comunicazione);
- I fattori di sviluppo (ritardo mentale, disturbi nella lettura, deficit attentivi, incompetenza sociale).
Quali sono, invece, i fattori protettivi che favoriscono la resilienza?
Werner e Smith (1982) li dividono in individuali e familiari. Tra i primi, l’essere primogenito, un buon temperamento, la sensibilità, l’autonomia, unita alla competenza sociale e comunicativa, l’autocontrollo, e la consapevolezza e fiducia che le proprie conquiste dipendono dai propri sforzi (locus of control interno). A questi si aggiunge la capacità di essere benvoluti e di riconoscere e accettare gli aiuti esterni. I fattori protettivi familiari comprendono l’elevata attenzione riservata al bambino nel primo anno di vita, la qualità delle relazioni tra i genitori, il sostegno alla madre nell’accudimento del piccolo, la coerenza nelle regole, il supporto di parenti o di figure di riferimento.
COME SVILUPPARE LA RESILIENZA?
La resilienza non e’ un tratto stabile e immodificabile della personalità, ma può essere appresa e migliorata da tutti.
E’ possibile individuare cinque componenti che contribuiscono a sviluppare la resilienza (Cantoni, 2014):
- L’Ottimismo. L’ottimismo aiuta a sminuire le difficoltà della vita e a mantenere più lucidità per trovare soluzioni ai problemi (Seligman, 1996).
- L’autostima. Avere una buona autostima aiuta a saper riconoscere le proprie risorse ed a tollerare maggiormente le critiche altrui.
- La Robustezza psicologica (Hardiness). Essa include il controllo (la convinzione di poter controllare l’ambiente circostante e di attivare le risorse), l’impegno (con la chiara definizione di obiettivi) e la sfida, che include la visione dei cambiamenti come incentivi e opportunità di crescita.
- Il sapersi focalizzare su quello che si possiede invece che su ciò che manca.
- Il supporto sociale
In conclusione, ripetuti eventi stressanti o traumatici possono comportare una diminuzione della resilienza e, quindi, della capacità di farvi fronte e di adattamento. In questi casi, la resilienza può essere rinforzata attraverso un percorso psicologico, che miri a potenziare il riconoscimento delle risorse individuali e relazionali del contesto (ad esempio familiari) e favorisca l’acquisizione di strumenti per poter attingere da queste risorse, in modo da incrementare il livello di benessere.