Per spiegare cosa sia l’orientamento sistemico – relazionale e familiare ci piace avvalerci di una immagine metaforica, prendendo come riferimento il romanzo “Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”.
Salvador Minuchin, in “Famiglie e Terapia della Famiglia” nel 1974 scrive:
“Nel Paese delle Meraviglie, Alice all’improvviso cresce fino ad assumere dimensioni gigantesche. La sua esperienza è di essere diventata più grande mentre la stanza diventa più piccola. Se Alice fosse ingrandita in una stanza che si ingrandiva di pari passo con lei, nella sua esperienza la stanza sarebbe rimasta la stessa. Soltanto se Alice o la stanza fossero cambiate in modo diverso, la sua esperienza sarebbe stata diversa. È semplicistico, ma non errato, dire che la terapia intrapsichica si concentra nel cambiare Alice. Un terapista strutturale della famiglia si concentra nel cambiare Alice all’interno della sua stanza”
uesto breve stralcio ci permette di chiarire che l’orientamento sistemico – relazionale e familiare non si distingue dagli altri orientamenti presenti in psicologia per il fatto che può essere applicato anche con coppie, famiglie o gruppi, quanto piuttosto perché considera tutti gli individui come inseriti in molteplici “sistemi” di relazioni significative.
L’orientamento sistemico – relazionale rappresenta una bussola che permette di orientarsi all’interno della complessità delle situazioni umane nelle quali viviamo. Partendo dalla considerazione dei quattro punti cardinali, ovvero dall’integrazione tra i diversi piani di osservazione, è possibile trovare, insieme al paziente, nuove spiegazioni e soluzioni al problema avvertito.
In questa ottica, il sintomo non viene più trattato e concepito solo come un’espressione di problematiche individuali ma rappresenta un “campanello di allarme”, un “segnale” della presenza di uno stato di disagio, nella persona e nel contesto nel quale il singolo individuo vive ed è inserito.
L’intervento terapeutico, finalizzato al ripristino di uno stato di benessere, integra un lavoro a livello intrapsichico con un lavoro finalizzato a modificare le dinamiche relazionali non funzionali che sono responsabili del mantenimento del disagio dell’individuo o dell’intero sistema, proprio partendo dalle risorse presenti nell’individuo stesso e nel sistema di riferimento.